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Lettera - Malato di mente dimesso da casa di cura si da fuoco

Lettera all'Assessore alla salute della Regione Piemonte  (14.08.2014)

 

"Come risulta da La Stampa del 12 u.s. (v. allegato) il Sig. C.Z. «appena dimesso dalla casa di cura, a Bra, dove era ricoverato con problemi mentali» ha versato sui suoi abiti una bottiglia di alcool etilico e si è dato fuoco. A causa delle ustioni riportate è deceduto. Pertanto a nome del Csa Le chiediamo di voler accertare:

         a) se le case di cura psichiatriche sono autorizzate, con la semplice sottoscrizione di una firma da parte della persona inferma, a dimettere pazienti non in grado di programmare il proprio futuro;

         b) se i servizi psichiatrici pubblici e privati avevano provveduto a richiedere all’Autorità giudiziaria la nomina di un amministratore di sostegno del Sig. C.Z., com’è previsto come atto obbligatorio dall’articolo 406 del Codice civile.

In merito alle dimissioni  alleghiamo l’articolo “Allucinante iniziativa del legale della casa di cura S. Michele di Bra” pubblicato sul n. 183/2013 della nostra rivista Prospettive assistenziali.

Mentre chiediamo al Difensore civico della Regione Piemonte di intervenire anche in merito alle sopra citate obbligatorie segnalazioni al Giudice tutelare per la nomina di Amministratori di sostegno, restiamo in attesa di una risposta da parte dell’Assessore regionale alla sanità."

p. Csa 

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