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NOMINANO UN TUTORE MA NON SERVIVA

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"Affidata a un tutore ma non le serviva, fa ricorso e lo vince

Era stata sottoposta a un amministratore di sostegno contro la sua volontà e senza più avere il controllo sulla propria vita

di Adelia Pantano

20 Settembre 2024 alle 15:27

    È una sentenza destinata a fare storia quella che arriva dalla Cassazione e riguarda l’alessandrina Giovanna Pizzamigliosottoposta a un amministratore di sostegno contro la sua volontà e senza più avere il controllo sulla propria vita: è stato accolto il suo ricorso e il Tribunale di Alessandria dovrà valutare di nuovo la vicenda.

Vicenda che a tratti è stata descritta come «disumana e che le ha rubato la vita» dal compagno della donna, Sebastiano Zirpoli.

La storia

Tutto è cambiato a maggio dello scorso anno quando il Cissaca ha presentato istanza per chiedere l’amministratore di sostegno non solo per la mamma novantenne ma anche per la stessa Pizzamiglio, che aveva sempre lavorato e curato le sue patologie.

Da lì è iniziata una trafila processuale che ha portato la donna in Tribunale dichiarando al giudice la volontà di non aver bisogno del sostegno. In poco tempo si è, invece, ritrovata con un tutore che le gestiva risparmi e pensione: non poteva neanche ritirare la posta. Come se non bastasse, si è aggiunta la vicenda della madre anziana che, anche lei sotto l’istituto di tutela, dopo essere stata portata in Pronto soccorso per un aumento di pressione è stata trasferita in una casa di riposo a Casalnoceto.

Supportata dal compagno, Pizzamiglio si è rivolta all’avvocato Paolo Strozzi che ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Alessandria. Per i giudici della Suprema Corte «i poteri dell’amministratore devono essere valutati caso per caso e soprattutto devono essere direttamente proporzionali alle esigenze del beneficiario, il cui consenso alla misura deve essere tenuto in debito conto qualora pervenga da persona lucida».

E ancora si legge nella sentenza: «I poteri dell’amministratore pertanto devono essere valutati caso per caso. Dal testo dell’ordinanza impugnata non risultava alcuna valutazione di proporzionalità delle limitazioni imposte alla beneficiaria».

La vicenda dovrà essere di nuovo valutata dal Tribunale di Alessandria tenendo conto di quanto stabilito dalla Cassazione. E verrà anche valutata la possibilità di avanzare l’istanza per il ritorno a casa dell’anziana. «È una sentenza storica – commenta l’avvocato Strozzi –, perché rappresenta una svolta per il rispetto dei diritti umani e della disabilità come stabilito dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo»."

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