Modulistica utile
"Diritto alle cure e risorse"
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- Ultima modifica il Giovedì, 20 Febbraio 2020 12:18
- Pubblicato Giovedì, 20 Febbraio 2020 10:04
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Intervista al Prof. Pallante
Appello alla Procura di Torino
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- Ultima modifica il Giovedì, 03 Dicembre 2020 16:43
- Pubblicato Giovedì, 12 Novembre 2020 16:15
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Per la tutela degli anziani non autosufficienti ricoverati nelle RSA
MSNA - Disparità di trattamento rispetto ad adulti/anziani interdetti
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- Ultima modifica il Venerdì, 19 Gennaio 2018 16:05
- Pubblicato Martedì, 14 Novembre 2017 14:45
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Nota dell'Associazione tutori volontari del 12 novembre 2017
Campagna informativa
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- Ultima modifica il Domenica, 08 Dicembre 2019 13:32
- Pubblicato Martedì, 28 Gennaio 2014 22:42
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CAMPAGNE INFORMATIVE SUL DIRITTO ALLE CURE SOCIOSANITARIE
Petizione "Diritto alle cure domiciliari"
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- Ultima modifica il Venerdì, 12 Novembre 2021 13:51
- Pubblicato Venerdì, 12 Novembre 2021 13:49
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Diritto alle prestazioni sanitarie domiciliari per i malati cronici non autosufficienti
Le Associazioni promotrici di questa petizione chiedono che sia approvata una legge affinché diventi obbligatorio per il Servizio sanitario garantire nell’ambito delle prestazioni di assistenza sanitaria domiciliare rientranti nei LEA:
- la predisposizione e l'attuazione di un progetto individualizzato di cura da parte dell’ASL di residenza, che preveda il coordinamento del Medico di medicina generale, con il coinvolgimento delle necessarie competenze specialistiche mediche, infermieristiche e fisioterapiche dei servizi sanitari territoriali, nonché dei congiunti e/o assistenti familiari opportunamente seguiti e aiutati nelle loro attività quotidiane di cura della persona malata cronica non autosufficiente, specie se con demenza;
- il diritto ad un contributo economico mensile (assegno di cura), che deve essere riconosciuto senza discriminazioni per età, tipo di patologia e condizione sociale e finanziato con risorse del Servizio sanitario nazionale. Questo contributo è una misura di sostegno dei costi giornalieri di accudimento domiciliare della persona malata non autosufficiente, analogo al contributo pagato dall'ASL nel caso del ricovero convenzionato presso una struttura residenziale socio-sanitaria convenzionata. L'assegno di cura si aggiunge all'erogazione dell'indennità di accompagnamento a cui hanno diritto gli invalidi civili totali in base alle norme vigenti, così come avviene per il ricovero. Gli aventi diritto potranno accedere altresì ai contributi dei Comuni (Fondo per le non autosufficienze) erogati in base alla situazione economica (Isee).
APPROFONDIMENTI
* Il testo integrale della petizione (PDF)
* Proposte di legge in Parlamento
- Senato DDL n. 868/2018 Sen. Laus
- Camera PdL n. 2596/2020 On. Ruffino
- Senato DdL n. 1990/2020 Sen. Pirro
Il diritto alle cure dei malati non autosufficienti
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- Ultima modifica il Lunedì, 17 Febbraio 2020 14:42
- Pubblicato Lunedì, 17 Febbraio 2020 14:36
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ANZIANI MALATI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI: IL PIENO E, SE NECESSARIO, IMMEDIATO DIRITTO ALLE CURE SANITARIE SENZA LIMITI DI DURATA
Petizione al Parlamento UE
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- Ultima modifica il Domenica, 18 Marzo 2018 07:46
- Pubblicato Lunedì, 03 Febbraio 2014 21:07
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DIRITTO ALLE PRESTAZIONI LEA
Cure a casa, Centri diurni, Comunità alloggio, ricovero in Residenze sanitarie assistenziali
FIRMA LA PETIZIONE EUROPEA!
Il Parlamento europeo ha preso in esame la
“Petizione sulle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie per le persone malate/con disabilità-autismo e non autosufficienti”.
Per affermare il loro pieno diritto a ricevere le prestazioni dalle istituzioni, con priorità alle cure domiciliari è molto importante sostenere la Petizione. Infatti il numero di adesioni è uno dei primi elementi valutati dalla Commissione che le prende in esame.
Aderisci anche Tu… Ecco come fare in due passi:
1^) REGISTRATI AL PORTALE DELLE PETIZIONI DELLA COMMISSIONE EUROPEA…
Dal seguente indirizzo: https://petiport.secure.europarl.europa.eu/petitions/it/home seleziona nell'intestazione della pagina l'opzione "Registrati qui" e immetti i dati richiesti...
2^) …SOSTIENI LA PETIZIONE
Dallo stesso indirizzo https://petiport.secure.europarl.europa.eu/petitions/it/home al fondo pagina clicca "Sostieni petizione". Inserisci il codice della Petizione: "1147/2016"; a fondo pagina si può visualizzare la petizione e, nella schermata successiva, schiaccia il tasto "Sostieni la petizione" per sottoscrivere il documento.
Tutti gli aggiornamenti saranno pubblicati sul sito www.fondazionepromozionesociale.it
Istanze di prestazioni socio-saniatrie
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- Ultima modifica il Lunedì, 26 Agosto 2019 09:03
- Pubblicato Giovedì, 18 Settembre 2014 13:07
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ISTANZE ALL’ENTE PUBBLICO RICHIEDENTI PRESTAZIONI SOCIO-SANITARIE
Sul sito della Fondazione promozione sociale sono presenti lettere facsimili per richiedere prestazioni sanitarie e/o socio-sanitarie a favore di persone anziane malate croniche non autosufficienti o con Alzheimer o altra forma di demenza senile nonchè per persone con disabilità intellettiva grave.
Per accesso diretto alla pagina cliccare sul seguente link:
http://www.fondazionepromozionesociale.it/dwld_lettere_facsimili.htm
Petizione per l'abolizione della contenzione
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- Ultima modifica il Venerdì, 10 Settembre 2021 07:55
- Pubblicato Venerdì, 10 Settembre 2021 07:54
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APPELLO A FAVORE DELLA PETIZIONE PER L'ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE
Campagna nazionale per l’abolizione della contenzione denominata …e tu slegalo subito (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), promossa dal Forum Salute Mentale.
Ne riproponiamo di seguito l’appello/petizione lanciato all’inizio del 2016, cui tutti possono sempre aderire (a questo link).
…e tu slegalo subito
Campagna Nazionale per l’Abolizione della Contenzione
1. La contenzione si nasconde nei luoghi della cura. Una pratica che è il terrore e l’incubo di uomini e donne, di vecchi e bambini, di tutti quelli che vivono la fragilità delle relazioni, il dolore della solitudine, l’isolamento, il peso insopportabile della loro esistenza.
La contenzione non solo impaurisce, ferisce, umilia chi la subisce, ma anche gli operatori sanitari (medici, infermieri), che, non più soggetti portatori di competenze, affettività, relazioni, sono ridotti ad un ruolo di freddi custodi. Bisogna liberare entrambi, abolendo le fasce. La rabbia, il dolore, l’impotenza, l’umiliazione che le persone legate devono vivere sono così profondi che a fatica riescono a raccontare.
Per superare questa pratica c’è bisogno di operatori capaci di tenere insieme competenza ed etica, in grado di opporsi e disubbidire. Di protocolli, linee ed organizzazioni, possibili grazie alle buone pratiche dei servizi che non usano la contenzione, che prevedano il non ricorso a questa e la escludano.
2. Nel nostro Paese, in gran parte dei servizi psichiatrici ospedalieri di diagnosi e cura, la contenzione è pratica diffusa, come denuncia il Comitato Nazionale per la Bioetica. La pratica della contenzione è ben conosciuta negli istituti che si occupano di vecchi e nei luoghi che accolgono bambini e adolescenti.
L’illiceità del trattamento è ammessa da tutti e dovunque, anche quando le scarse risorse delle organizzazioni e l’esiguo numero di personale fanno apparire inevitabile il ricorso alle fasce.
Eppure ci sono luoghi in Italia dove è stata abbandonata e le porte sono aperte. Luoghi dove sono evidenti pratiche e organizzazioni dei servizi rispettose della persona, della dignità e dei diritti di tutti, utenti ed operatori. Luoghi dove gli operatori e le organizzazioni sanitarie si pongono con rigore il problema, accettano di interrogarsi e sentono come fallimento del lavoro terapeutico il ricorso alle fasce. E ancora servizi dove singoli operatori compiono scelte coraggiose e riescono, pure se osteggiati, ad opporsi. E vertenze aperte per contrastare i tagli ai servizi e rivendicare finanziamenti e organici adeguati.
È possibile allora immaginare luoghi della cura dove la Costituzione repubblicana vincoli l’agire quotidiano e l’esercizio difficile e paziente della democrazia renda impensabili fasce, reti e porte blindate?
3. L’uso delle fasce, dei letti di contenzione, sopravvissuto alla chiusura dei manicomi, è la prova più chiara e scandalosa di quanto sia ancora viva l’immagine del matto pericoloso, inguaribile, incomprensibile e quanto sia giustificata, voluta o tollerata, la domanda di controllo, di custodia, di segregazione. In molti dei luoghi della cura si lega ma si fa di tutto per non parlarne.
Salvo quando capita l’incidente. Francesco Mastrogiovanni, maestro di cinquantotto anni, muore nel servizio psichiatrico di Vallo della Lucania (Salerno) ai primi di agosto del 2009, dopo 4 giorni di contenzione; tre anni prima, nel 2006, moriva nel Servizio psichiatrico dell’ospedale “Santissima Trinità” di Cagliari, Giuseppe Casu, fruttivendolo sessantenne, dopo che per una settimana era rimasto legato al letto. Due morti che sembrano eccezioni, sono solo due morti, non silenziate, di cui siamo riusciti a sapere.
Molti altri “incidenti” sono accaduti, almeno negli ultimi dieci anni. Su questo vorremmo ci fosse trasparenza e che il Ministero della Salute si obblighi a ricevere dalle regioni un report mensile di quanto accade.
4. «L’Italia ha rappresentato un modello avanzato di gestione nel processo di restituzione di autonomia alle persone con disturbo mentale, a partire dalla legge 180 e sino al superamento degli OPG. È auspicabile che i passi avanti sino a ora compiuti conducano a ulteriori avanzamenti nella tutela della salute mentale delle persone; è dal rispetto della dignità che nasce l’idea stessa di terapia». Così il Presidente Mattarella nel messaggio in occasione della giornata mondiale della salute mentale 2015, Dignità e inclusione, indetta dall’OMS. È urgente è necessario un cambiamento radicale. Occorre che chi cura e chi è curato sia consapevole dei propri diritti, e li possa agire. Che una comunità informata e partecipe attraversi i luoghi della cura, riconoscendo ciò che accade alle persone nei momenti di maggiore fragilità e dolore.
Non possiamo continuare a non interrogarci di fronte a quanto ogni giorno accade e denunciare, rifiutare, disubbidire. Che la contenzione sia una pratica illecita, indegna, incivile, vorremmo non ci fossero più dubbi.
Cosa vogliamo fare insieme (cosa puoi fare Tu)
1. Sottoscrivere, far sottoscrivere, diffondere e discutere questo Appello.
2. Visitare i luoghi dove si pratica la contenzione, e quelli dove non si pratica, per capire, conoscere, informare, testimoniare.
3. Richiedere un monitoraggio attento, e accessibile a tutti, del ricorso, nei luoghi della cura, alla contenzione.
4. Promuovere eventi pubblici, sulla contenzione e sulla campagna …e tu slegalo subito, investendo intellettuali, politici, ricercatori, artisti, poeti, gruppi e associazioni e quant’altri disponibili.
5. Raccogliere testimonianze di cittadine e cittadini, di operatori, familiari, avvocati, magistrati.
6. Sostenere la denuncia delle persone che hanno subito la contenzione e dei loro familiari.
7. Sostenere le vertenze degli operatori che intendono denunciare tale pratica rivendicando attenzione e rispetto.
Modalità
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- Ultima modifica il Martedì, 28 Gennaio 2014 22:05
- Pubblicato Martedì, 28 Gennaio 2014 21:59
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MODALITÀ DA OSSERVARE PER OTTENERE L’ATTUAZIONE DEI VIGENTI DIRITTI
Molto sovente il personale delle Asl, degli ospedali e dei Comuni, approfittando della non conoscenza delle leggi da parte dei cittadini, fornisce notizie fuorvianti in merito ai sopraelencati vigenti diritti delle persone con handicap intellettivo grave, dei malati cronici non autosufficienti e dei pazienti con rilevanti disturbi psichiatrici e limitata o nulla autonomia.
Se le istituzioni si comportassero in modo corretto e trasparente, consegnerebbero ai richiedenti note scritte in modo da consentirne la verifica, evitando in tal modo anche contestazioni e ricorsi alle autorità giudiziarie e amministrative.
Sulla base di esperienze consolidate e verificate si ritiene che le richieste relative alle prestazioni alle quali hanno diritto le succitate persone, debbono essere avanzate seguendo le indicazioni riportate del documento allegato
(Tratto dall’ editoriale del n. 180 di Prospettive assistenziali ).